Un testicolo che non sia normalmente posizionato nello scroto si definisce criptorchide ( dal greco “testicolo nascosto” ): la borsa scrotale appare vuota del suo normale contenuto. Di questo si accorge la mamma e il Pediatra sin di primi giorni di vita.

Alla nascita il 4-5 % dei bambini possono avere un testicolo ancora non ben posizionato nello scroto: nella metà di questi, nei tre mesi successivi,  il testicolo scende lasciando solo 1-2% dei bambini con testicoli non discesi nella borsa scrotale ai 3 mesi di età per rimanere , poi, simile, 1.2 – 1.8 % , all’età di un anno. Va ricordato, tuttavia, che questa incidenza aumenta in modo significativo nei bambini con basso peso alla nascita.

La discesa del testicolo dal polo inferiore del rene verso lo scroto inizia durante la vita embrionale intorno  all’8°-9° settimana di vita intrauterina quando entra in gioco la differenziazione degli ormoni sessuali che, tra l’altro,  controllano la prima fase di discesa fino alla 15° settimana. Dopo di ciò   fattori anatomici, anche loro, peraltro, controllati da ormoni e stimoli neurormonali, controllano la discesa del testicolo fino al definitivo posizionamento allo scroto intorno agli 8-9 mesi di vita intrauterina.

Raramente incontriamo criptorchidismi “alti” con testicoli ritenuti all’interno della cavità addominale: rappresentano il l0-15 % di tutti i criptorchidismi e sono causati da alterazioni della prima fase della discesa. Sono spesso testicoli non ben formati, con alterazioni anatomiche, che ne influenzano una normale funzione in età adulta

  Ben più comune è, invece,  un criptorchidismo inguinale, meno grave, dovuto ad un errore di migrazione , nella seconda fase, quando entrano in gioco, appunto, fattori anatomici sotto il controllo ormonale.

Nella gran parte dei casi il testicolo è palpabile vicino alla radice dello scroto, appena a lato dell’anello inguinale esterno, nello spessore del tessuto sottocutaneo, zona questa definita come “tasca superficiale inguinale”.

Implicazioni sulla fertilità, dovute ad un progressivo deterioramento della biochimica e della normale fisiologia della gonade e sulla possibilità di sviluppare tumori in età adulta con incidenza superiore alla norma ( anche se recentemente viene sollevato qualche dubbio su questo aspetto ), hanno portato a  suggerire un trattamento chirurgico del criptorchidismo. Questo consente di posizionare stabilmente il testicolo non disceso nello scroto, e cioè ad una  temperatura inferiore di 4 -5 °C rispetto alla temperatura corporea, con ottimi risultati rispetto alla sua funzionalità futura.

L’intervento chirurgico ( orchidopessia ) è raccomandato entro il primo anno di vita, intorno al 6° mese, per ottenere il miglior risultato possibile: va fatto da Chirurghi esperti in questo tipo di patologia per minimizzare i rischi insiti nella chirurgia su strutture così piccole e delicate come i vasi spermatici che nutrono il testicolo.

Tra le complicanze di un testicolo non disceso, criptorchide appunto , va menzionata la persistenza di un dotto peritoneo vaginale aperto ( che è servito alla discesa del testicolo ) e che può complicarsi con la presenza di un’ansa intestinale al suo interno ( ernia inguinale ): questo, se notato, deve portare ad un intervento chirurgico tempestivo e contemporaneo dei due problemi.

Ancora, tra le complicanze, l’evento torsione di un testicolo criptorchide anche se negli ultimi 20 anni l’indicazione ad un trattamento precoce del criptorchidismo ha portato ad un sempre minor numero di torsioni del testicolo in casi di criptorchidismo osservati dai Pediatri : tuttavia, è questo un evento non prevedibile e spesso gravato dalla perdita del testicolo stesso. E’ ben noto che un testicolo non disceso ha una maggiore possibilità ad andare incontro ad una torsione considerando il fatto che il 23% delle torsioni accade proprio in questo gruppo di pazienti.

Sono, poi, da ricordare , parlando di testicolo non disceso o, per meglio dire “mal disceso, il testicolo “ migrante “ e il testicolo “ in ascensore “ : sono definizioni che si riferiscono alla transitoria retrazione del testicolo lungo il canale inguinale per la contrazione del muscolo cremastere, quel muscolo che circonda il funicolo spermatico ed il testicolo, muscolo necessario per regolare la temperatura del testicolo e proteggerlo dai traumi.

L’opportunità e/o la necessità di “ fissare” questi testicoli “mobili” allo scroto va valutata caso per caso anche se, oggi,  l’ approccio chirurgico, attraverso una piccola incisione dello scroto, consente di risolvere definitivamente il problema con poco impegno per il piccolo paziente.

Dott. Massimo Rivosecchi                                       Dott. Ivan Pietro Aloi

Responsabile Programma                                         Responsabile

“Bambino Gesù – Calabria “                                    Centro delle Chirurgie Pediatriche                                                     

                                                                                  A.O. Pugliese – Ciaccio  – OPBG

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