Cisti mediana del collo

      

        Durante la terza settimana di vita fetale, c’è un canalino ( dotto tireo-glosso ) che parte dalla radice della lingua ( forame cieco ) e va giù verso la regione anteriore del collo, passando davanti, dietro o attraverso il corpo dell’osso ioide: è la tiroide che si forma in questo modo lasciando alle sue spalle il dotto che prima della nascita si chiude. 

       Talvolta la chiusura del dotto avviene in modo incompleto, anche se la sua parte più bassa determina in modo corretto e definitivo la ghiandola tiroidea. Il dotto allora può comunicare con la base della lingua attraverso il frame cieco ( consentendo così la fuoriuscita del muco che produce nel faringe ) ovvero, se si chiude nella parte alta, forma una raccolta ( cisti ) di muco chiaro, filante che si evidenzia nella parte anteriore del collo, lungo una linea mediana, al davanti o sotto l’osso ioide: è la cisti mediana del collo. 

       I residui embrionali del collo danno ragione di oltre il 60% delle tumefazioni che debbono essere operate: di queste più della metà sono riconducibili a residui del dotto tireoglosso che si presentano appunto come cisti mediane.Si evidenziano nei primi 10 anni di vita ed in oltre la metà dei casi nei primi 5 anni.

       La tumefazione , per solito ricoperta da cute sana, si trova nella regione anteriore del collo, lungo una linea mediana , ben sotto la mandibola, nella gran parte dei casi a livello o al di sotto dell’osso ioide : raramente è al di sopra e ancor più raramente è a livello della lingua. Non è dolente alla palpazione. Si muove insieme alla lingua, risalendo, durante l’atto di deglutizione . 

Talvolta si infetta con tutti i caratteri dell’infiammazione: la cute diventa arrossata, distesa , lucida. Diventerà dolente e procurerà rialzo febbrile.

      Il trattamento della cisti mediana del collo è chirurgico perché va asportata. Andrà sempre preceduto da un’ecografia della regione anteriore del collo non solo per confermare il sospetto clinico ma anche per identificare la tiroide nella sua sede naturale, con la sua forma e dimensione. L’intervento chirurgico consiste non solo nell’asportazione della cisti ma anche del corpo dell’osso ioide al quale può essere intimamente adesso. E’ questa garanzia per evitare al massimo la possibilità di una recidiva. Peraltro questo aspetto dell’intervento non porta a danni né estetici né funzionali.

   All’esame istologico, nella parete interna della cisti è possibile trovare cellule di tessuto tiroideo a conferma della sua origine senza che questo reperto debba destare preoccupazione.

 

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